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Warax

Pavel Hak è un mondo, anzi: diversi mondi da scoprire. Nella sua sola vicenda biografica si intrecciano epoche, paesaggi e direzioni artistiche che lo scrittore boemo sembra aver astratto con intelligenza prospettica e posto al centro di un’indagine narrativa del tutto indipendente dalle mode editoriali, con una prosa elegante, calibrata e architettonicamente impeccabile.

Esule boemo fuggito nel 1985 dalla Cecoslovacchia, è stato riconosciuto rifugiato politico in Italia e l’anno seguente in Francia, dove vive. A Parigi ha compiuto studi di filosofia e lavorato come guardiano notturno. Safari, il suo primo romanzo scritto in francese, è stato pubblicato nel 2001. Autore anche di un testo teatrale – Lutte à mort, 2004 – con Vomìto negro (2011) è giunto al suo quinto romanzo con costante consenso critico (Premio Wepler nel 2006, Prix Littéraire des Jeunes Européens nel 2013).

Presenterà oggi Warax (Del Vecchio 2024) da Spazio Sette, in dialogo con Paolo del Zoppo e Ugo Fracassa (Roma Tre) che oltre al merito di aver sempre sostenuto l’opera di Hak come critico ha quello di averne tradotto il testo. Piacerà agli appassionati di storia, fantapolitica, distopia.

Convincerà chi nella lettura celebra l’incontro tra chiarezza stilistica e complessità psicologica. Interesserà chi, alla luce degli scenari post-apocalittici dolorosamente contemporanei, ambisce a indagare la dimensione postumana in cui si affastellano tante micro-trame, molteplici umanità. Al centro di tutto è Ed Ted Warax, mercante d’armi, arrampicatore sociale, grande manipolatore.

Laura Mancini